GUIDA  Mazzo di Valtellina

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Foto Mazzo di Valtellina:
2012, 2009, 2008

Mazzo di Valtellina è situato in Lombardia in Provincia di Sondrio. Il 26 dicembre si festeggia il Patrono, Santo Stefano. Tra gli edifici religiosi: Chiesa di Sant'Abbondio (a Vione); Chiesa di Santo Stefano. Da Vedere: Casa Lavizzari, ora Landriani; Palazzo Venosta.

Confina con i comuni di: Grosotto, Vervio, Tovo di Sant'Agata e Monno.

Indice

Storia

Mazzo viene citata, la prima volta, nel 795. Era sede di una importante pieve che si estendeva da Sernio a Sondalo.

La pieve di Mazzo fu infeudata, in origine, alla famiglia Misenti (XI), poi ai Venosta (XII-XIII), un ramo della potente famiglia dei Mazzia-Matsch, originali del Tirolo.

Fino all'epoca viscontea, Mazzo è sede di capitaneato di pieve, al quale competeva l'amministrazione civile e penale. Era stato già il vescovo di Como Ardizzone a nominare i Venosta capitanei (1150).

Il comune di Mazzo viene citato nel 1335 dagli statuti di Como.

Al Trecento, risale la costruzione della rocca di Pedenale, smantellata dai Grigioni nel 1526, quando la Valtellina viene conquistata dalle Tre Leghe. Il dominio grigione durerà fino al 1797.

Dal 1525 al 1529, l'arcipretura di Mazzo è sottoposta all'autorità di Gian Angelo De' Medici, futuro papa Pio IV.

Gli statuti di Mazzo risalgono al 1590.

Fra il 1620 e il 1639, la Valtellina è dilaniata dalle guerre fra francesi spagnoli ed imperiali e a Mazzo, nel 1635, c'è una furiosa battaglia che vede la vittoria del duca di Rohan contro gli imperiali.

Dopo la venuta di napoleone, con l'organizzazione della repubblica cisalpina, Mazzo rientra in Italia; Mazzo era uno dei settanta comuni che costituivano il distretto III di Sondrio del dipartimento del Lario.

Con la Restaurazione e l’assoggettamento del dipartimento dell’Adda al dominio asburgico, tutta la Valtellina passa al regno Lombardo-Veneto.

Nel 1861, Mazzo entra nel Regno d'Italia e, due anni dopo, assume l'attuale denominazione.

Da Vedere

Pieve di Santo Stefano

Storia
La chiesa viene citata per la prima volta in un diploma imperiale di Lotario I del 3 gennaio 824, dove si allude soltanto ad una chiesa battesimale. La fondazione risale, con buona probabilità, già al V-VI sec. d.C., mentre la costituzione in pieve è del 1161.
Nell'XI secolo, la chiesa di Santo Stefano di Mazzo acquisisce il titolo di arcipresbiterale e collegiata, mentre dal 1150 dipende chiaramente dal vescovo di Como.
Descrizione
La chiesa, oggi, all'esterno ha assunto un aspetto decisamente barocchizzato ad eccezione del campanile, nell'originale stile comacino-campionese, decorato con un motivo di crescenti monofore e polifore.
Notevole il portale di forme rodariane opera di Bernardino Torigi (1508).
  • Interni
    • Pregevole ancona seicentesca di legno dorato, I altare a dx
    • Affreschi su pareti e vele di Cipriano Valorsa, sagrestia

Nella chiesa ha lavorato anche Fermo Stella, ma i suoi lavori sono andati persi

Palazzo Visconti-Venosta

Notevole palazzo nobile. All'interno grande affresco raffigurante una Madonna col Bambino tra i Santi Rocco e Sebastiano, opera di Giovannino da Sondalo

Casa Lavizzari

Decorazioni ad affresco del Valorsa

Palazzo Quadrio

Il palazzo vanta un sontuoso cortile dove si combinano finestre architravate di impianto rinascimentale affiancate a loggioni medievali. Tutte le pareti sono decorate da affreschi attribuiti al Valorsa. La parte inferiore è decorata con un tromp l'oeil raffigurante un bugnato misto, mentre il piano nobile è coperto da da affreschi in chiaroscuro a carattere profano. Notevoli le decorazioni che corrono sulla cornice: raffigurano mensole in tromp l'oeil, putti danzanti, ghirlande e stemmi araldici.

Personaggi Illustri

  • Marcello Venusti (1510/1579), pittore

Memorie Storiche

In Corografia dell'Italia (1833) così viene descritto il comune:

MAZZO, vill. di Lombardia, prov. di Valtellina, dist. di Tirano, intersecato dalla via che conduce allo Stelvio, presso la sinistra riva dell'Adda, che quivi però si passa da una sponda all'altra per progredire il cammino verso Grosotto. Di questa terra nel 1530 era arciprete Gianangelo Medici, che poi nel 1560 fu papa col nome di Pio IV. Quivi sta un edifizio rotondo, separato dalla chiesa, ad uso battesimale secondo l'antico rituale. Sta 5 miglia a greco da Tirano e 10 a libeccio da Bormio. Vi si annoverano quasi 900 abitanti. Una chiesa titolata a sant'Abbondio sta sopra l'opposta sponda dell'Adda.